La fusione tra uomo e macchina, cantata dai poeti e artisti del Futurismo già prima dell’invenzione della Cibernetica, è un’ossessione condivisa particolarmente dagli scrittori del filone fantascientifico cyberpunk, nato nei primi anni ’80, ma il modello riconoscibile è Iron Man, inventato da Tony Stark nel 1963, un cyborg che, anche senza il suo costume high-tech, è una commistione di uomo e macchina. Il personaggio uscì nei fumetti della Marvel, per la penna di Don Heck, e fu protagonista di ben 1979 storie. Fra gli eroi della Marvel, Iron Man è stato certo il più noto, e ha ispirato anche le celebri serie TV di Un uomo da sei milioni di dollari e La donna bionica.

Alla creazione di Iron Man partecipò inizialmente anche Jack Kirby: “He designed the costume,” dice Heck, “because he was doing the cover. The covers were always done first. But I created the look of the characters”: ma col tempo il personaggio divenne sempre più creatura di Heck che contribuisce anche alla scrittura delle storie. L’immagine di Terminator, che dai fumetti è derivata, modifica a sua volta l’immagine di Iron Man nei fumetti, attribuendole sempre più le caratteristiche della macchina sino alle forme del cyborg  in Robocop. Di questa trasformazione è protagonista  Alan Davis, che succede a Heck nel disegnare il personaggio. Il legame cinema/fumetti è divenuto, in questi anni sempre più stretto, ma con una inversione di tendenza: i grandi disegnatori, le grandi innovazioni del segno passano, adesso, dallo schermo alla pagina.